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Gela - Operazione Munda mundis: 13 arresti per il "pizzo" sui rifiuti
23 febbraio 2007
GELA - Operazione
Munda mundis: 13 arresti per il "pizzo" sulla gestione del ciclo dei
rifiuti, condotta dalla polizia di Stato di Gela su una presunta
infiltrazione mafiosa nella gestione dei rifiuti solidi urbani. Gli
arrestati sono ritenuti responsabili di estorsione consumata, continuata, in
concorso, aggravata dal metodo mafioso, e dal danneggiamento seguito da
incendio. L'operazione, della squadra mobile in collaborazione con il
personale del commissariato di Gela, prende le mosse dalle indagini sull'
infiltrazione mafiosa nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti
solidi urbani del comune di Gela. Le imprese del settore - si legge in una
nota - erano da anni sottoposte a un pesante pizzo ad opera della 'stidda' e
di Cosa nostra.
La "tariffa" imposta alle società per la raccolta dei rifiuti sul pagamento
del pizzo sarebbe stata decisa durante alcuni incontri fra imprenditori ed
esponenti delle cosche mafiose. Secondo la squadra mobile nissena "nessuna
delle vittime ha collaborato con gli investigatori per paura di ritorsioni,
tutte hanno negato di aver ricevuto pressioni per versare il "pizzo". Dalle
intercettazioni è però emerso che gli imprenditori, da un pizzo iniziale
(anno 1996), corrisposto mensilmente, pari a 60 milioni l'anno di vecchie
lire (circa il 2% dell'importo di aggiudicazione dell'appalto ), in favore
della "stidda" di Gela, a partire dal 1998 sarebbero stati costretti a
passare ad un pizzo, corrisposto mensilmente ad entrambe le organizzazioni
criminali, per cui oltre alla "stidda" anche a Cosa nostra. La somma era
stata decisa in 10 milioni di vecchie lire al mese; dal 2001 il pizzo
sarebbe passato a 35 milioni al mese, e poi a 18 mila euro al mese,
suddiviso in due rate da novemila euro cadauna. Le somme di denaro venivano
ripartite in quote differenti per ogni imprenditore aderente
all'associazione temporanea di imprese che si occupa della raccolta dei
rifiuti.
Il pizzo imposto sullo smaltimento dei rifiuti a Gela avrebbe portato in
dieci anni nelle casse delle cosche mafiose circa due milioni di euro. Il
particolare emerge dall'inchiesta che stamani ha portato all'esecuzione di
13 ordinanze di custodia cautelare in carcere richieste dal procuratore
aggiunto Renato Di Natale e dai pm della Dda, Nicolò Marino, Rocco Liguori e
Antonino Patti. L'indagine è stata denominata "Munda mundis". Attualmente il
servizio di smaltimento dei rifiuti a Gela è affidato a sette imprese
riunite in una associazione temporanea che si è aggiudicata l'appalto per 13
milioni di euro. Nei mesi scorsi il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, aveva
denunciato la mano del racket nella raccolta dei rifiuti.
Gli arrestati nell' operazione Munda mundis sono: Carmelo Fiorisi, 47 anni,
mafioso, sorvegliato speciale della PS con obbligo di soggiorno, Gaetano
Azzolina, 38 anni, mafioso, sorvegliato speciale della PS con obbligo di
soggiorno, Domenico Vullo, 37 anni, Marcello Orazio Sultano, 38 anni,
mafioso, sorvegliato speciale della PS con obbligo di soggiorno. Lo stesso
provvedimento è stato notificato in carcere, a Francesco Morteo 42 anni,
mafioso, Francesco Vella, inteso "cicciu u pazzu", 32 anni, mafioso,
Fortunato Ferracane, 35 anni, mafioso, Paolo Portelli, 39 anni, mafioso,
Gianluca Gammino, 33 anni, mafioso, Massimo Carmelo Billizzi, 32 anni,
mafioso, Enrico Maganuco, 44 anni mafioso, Vincenzo Gueli, inteso
"patatina", 42 anni, Crocifisso Smorta, 48 anni, mafioso. Sono accusati di
concorso in estorsione continuata ed aggravata ai sensi dell'art. 7 della
legge 203/91 (posta in essere nella qualità di affiliati ad entrambe le
consorterie mafiose di Gela, di cosa nostra e stidda), ai danni delle
imprese impegnate nei servizi di raccolta degli R.S.U. nel comune di Gela.
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