ROMA -
INTESA DELL'UNIONE SULLA LEGGE ELETTORALE
SI PARTE DALLA "BOZZA CHITI"
ROMA -
Pare che l'Unione abbia trovato un'intesa sulla legge
elettorale, pertanto il centrosinistra, anche se con molta
fatica e tanta buona volontà, si ritrova unito sulla cosidetta
"bozza Chiti", vicina al sistema elettorale in vigore per le
Regionali, su uno stop al referendum e sulla necessità di
procedere alle riforme costituzionali.
Per questo sono stati necessari due vertici: il primo
dell'Ulivo con Romano Prodi, e il secondo di tutti i
capigruppo parlamentari con il ministro per le Riforme Vannino
Chiti.
Sono rimasti soddisfatti i partiti piccoli del
centrosinistra, un po' meno l'Ulivo e a ciò si aggiunge
l'irritazione del comitato promotore del referendum. Comunque
ora la coalizione può respirare e Prodi procederà da domani ad
ulteriori incontri con i gruppi del centrosinistra.
Alla riunione di stamattina, con Prodi si sono incontrati i
leader di Ds e Margherita, Piero Fassino e Francesco Rutelli,
lo stesso Chiti e i capigruppo parlamentari dell'Ulivo, Dario
Franceschini e Anna Finocchiaro. Al termine dell'incontro
nessuno rilascia dichiarazioni. Segno che la truppa riformista
non ha la forza, o la volontà, di sbilanciarsi troppo. L'idea
è di proporre agli alleati un modello elettorale simile al
sistema spagnolo e di chiedere ai referendari di ritardare di
un anno la raccolta delle firme.
La scena è cambiata nel pomeriggio, quando finita una
riunione piuttosto accesa a Palazzo Madama, i partiti più
piccoli la spuntano.
Queste, le conclusioni contenute nel documento finale
firmato da tutti:
"I capigruppo valutano positivamente il lavoro e la proposta fatta dal
ministro Chiti, finalizzata a garantire bipolarismo,
pluralismo, governabilità e l'equilibrio della rappresentanza
dei generi". La riforma è definita "indispensabile" e il
referendum "uno strumento assolutamente inadeguato" a
raggiungere l'obiettivo. L'Unione ritiene poi "importante"
avviare le riforme costituzionali per "superare il
bicameralismo perfetto, ridurre il numero dei parlamentari e
attuare il federalismo fiscale". Queste basi sulle quali si
avvia il confronto con il centrodestra. Domani, Prodi e
Chiti incontreranno separatamente i gruppi dell'Unione fino al
12 aprile.
Il governo preparerà poi un documento da sottoporre
alle Camere che sottoporranno definitivamente alle commissioni
parlamentari. Chiti si augura "una convergenza ampia" con
l'opposizione. Detto questo, nella maggioranza i problemi
restano. Tutti parlano di un'intesa positiva e di passo
avanti. L'Udeur e altri partiti avrebbero però preferito una
posizione più netta contro il referendum con gli esponenti
dell'Ulivo (a cominciare dai ministri Parisi e Melandri) fuori
dal comitato promotore.
Lo Sdi, con Roberto Villetti, invece attacca: "L'Unione
opta per una posizione di attesa, scegliendo di non scegliere
e rinviando alle calende greche qualsiasi iniziativa
politica". Per quanto riguarda la 'bozza Chiti', un modello
proporzionale con l'indicazione del premier, è noto che piace
ai partiti piccoli, ma non all'Ulivo. E se il presidente della
Camera Fausto Bertinotti ribadisce la preferenza per il
modello tedesco, il ministro degli Esteri Massimo D'Alema
osserva: "L'attuale legge è una porcheria e più la si cambia e
meglio é". Il titolare dell'Interno Giuliano Amato chiede
invece una riforma contro la frammentazione: "Basta illudersi
di fare politica avendo il 2 per cento. Abbiamo bisogno di
partiti più grandi".
E non è mancato lo scontro con i referendari. Il
presidente del comitato promotore Giovanni Guzzetta si dice
"sorpreso" dalle "singolari" conclusioni a cui è giunta
l'Unione e conferma che il 24 aprile partirà la raccolta delle
firme. Stessa scelta anche per un gruppo di senatori ulivisti
che, con un comunicato polemico, sottolineano come il gruppo
di Palazzo Madama non abbia mai potuto conoscere né discutere
i contenuti della proposta di riforma avanzata dal
centrosinistra.
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