Un
articolo dell孾Economist ci
racconta lo stato dellⴥ, in Cina, del
Web 2.0: quel mondo fatto di
scambio di file (
file
sharing),
condivisione (
social
networking),
contenuti dal basso e
link reciproci che connota ormai gran
parte del traffico internet.
Pare sia in corso un vero e proprio boom, con
caratteristiche tipicamente cinesi.
Si parte da
un dato: il mercato del web
nell�ro di mezzo, cos젥splosivo fino a poco tempo
fa, in questo momento consente
meno margini di
profitto. Troppi siti, troppi servizi, troppo
tutto.
E allora, si ricorre a idee gi࠶incenti in Occidente.
Piccole start-up copiano letteralmente il prodotto
originale e lo sinizzano. Non si tratta semplicemente di
tradurlo in ideogrammi, ma di renderlo accettabile alla
censura e di plasmarlo sui gusti dei navigatori cinesi.
Veniamo cos젡 conoscenza di
Tudou (ᴡta頭 il ᠨref="http://www.youtube.com/" target="_blank">YouTube
cinese� di
Xiaonei - il
Facebook dagli occhi a mandorla. Video e siti
relazionali la fanno da padroni. Oltre a
Tudou,
esistono circa
200 imitazioni di
YouTube.
Sul
piano culturale, la Cina sembra
perfettamente predisposta al 㴲ong>web sociale͊ Una delle basi della civiltࠣonfuciana 蠩nfatti il
famoso
guanxi, da noi traducibile con 㴲ong>famiglia
estesaίn si tratta solo dei legami
familiari, ma di una vera e propria
rete
affettiva, di
ruolo (non c͊ uguaglianza, ma ognuno 蠣onscio della propria posizione
gerarchica nella rete), di
sostegno economico.
E쳴rong>mutevole e
rigido
al tempo stesso: 蠭olto difficile entrarvi, ma quando
si 蠤entro, si 蠳istemati. E쳴rong>rituale,
segue regole precise.
Su questa rete si fondano anche i
rapporti
economici. Chiunque abbia fatto business in
Cina 蠣onsapevole di quanto le trattative scorrano pi튠 facilmente a tavola che negli uffici.
Queste caratteristiche si adattano perfettamente al
web 2.0.
I problemi sono molto pi�eriali. Allo stato attuale,
non esiste
abbastanza banda per gestire
efficientemente lo scambio di informazioni peer-to-peer.
Inoltre, esistono
difficoltࠤi comunicazione
tra i due principali fornitori di linea fissa:
China Telecom e
China Netcom.
A queste difficoltଠalcuni operatori hanno risposto con
un
mirror del sito originale: uno per
una rete, uno per l촲a.
Alcune start-up cercano ora clienti stranieri che
vogliano creare la versione cinese del proprio
social-sito.
E쒥sempio di
Wealink - il
Linkedin del Dragone, con circa
1milione e
200mila utenti - che ha suscitato lresse
dellsignano occidentale. Si vocifera di un futuro
accordo.
Per seguire l毬uzione del
Web 2.0
nel Celeste Impero, ecco intanto
China Web2.0 Review, 帴
Generation Web in China찾