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SALUTE E RICERCA

SALUTE - BPCO - BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA

UN’IMPORTANTE ANALISI CLINICA DIMOSTRA CHE È POSSIBILE RIDURRE SIGNIFICATIVAMENTE IL RISCHIO DI MORTALITÀ IN PAZIENTI AFFETTI DA BPCO GRAVE ASSOCIANDO BUDESONIDE A FORMOTEROLO E/O AD UN BRONCODILATATORE A BREVE DURATA D’AZIONE
UNA SPERANZA CONCRETA PER UNA MALATTIA LA CUI DIFFUSIONE E’ IN AUMENTO ANCHE NEL SUD
20 ottobre 2006

MESSINA – Ridurre gli episodi di aggravamento, migliorare la qualità della vita e allungare la sopravvivenza di chi è affetto da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) grave è possibile. È stato, infatti dimostrato, mediante l’analisi congiunta dei risultati scaturiti da due importanti studi clinici, che l'associazione di un antinfiammatorio corticosteroideo (la budesonide) a un broncodilatatore beta 2-agonista a lunga durata d'azione (il formoterolo) e/o a un broncodilatatore beta 2 agonista a breve durata d’azione (la terbutalina) riduce del 44% il rischio di mortalità a un anno e migliora le condizioni di salute degli ammalati e la loro capacità di svolgere le normali attività quotidiane, rispetto al trattamento con il solo broncodilatatore.
Sono questi gli importanti risultati annunciati a Birmingham (UK), in occasione della 5a Conferenza internazionale sulla BPCO1.

Con ben 600 milioni di pazienti nel mondo e una prevalenza di 9,34 uomini e 7,33 donne ogni 1.000 abitanti, questa patologia si avvia a diventare la terza causa di morte entro il 2023 ed è già oggi una di quelle che più impattano sulla qualità di vita di chi ne soffre. “In Europa e in Italia – ricorda il prof. Giuseppe Girbino, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e Respiratorie del Policlinico Universitario di Messina - la malattia colpisce il 10% della popolazione dopo i 60 anni di età e circa il 20% degli over 70 anni, specie se fumatori". E, in generale, la BPCO è responsabile di circa 18.000 decessi l'anno, pari al 47% di tutti i decessi per malattie respiratorie2.
"Mentre nel prossimo decennio – aggiunge il prof. Girbino - la mortalità di altri gruppi di malattie, come quelle cardiovascolari, è prevista in diminuzione, la BPCO è la sola con una mortalità in significativo aumento; un trend che si osserva anche nel Sud Italia e in particolare in Sicilia. Il solo dato confortante è che, in Sicilia, la degenza media per malattie respiratorie è più breve che nel resto d'Italia, 5,8 giorni contro una media nazionale di 6,4 giorni ".

In uno stadio avanzato, la malattia causa, infatti, pesanti limitazioni alla vita quotidiana, con un forte impatto non solo fisico, ma anche psicologico: salire le scale o effettuare qualsiasi movimento può diventare molto difficile a causa dell’insufficienza respiratoria. Il 65-68% degli ammalati incontra difficoltà a fare una passeggiata o a compiere normali lavori domestici e più di metà di loro anche soltanto a rifare il letto o a lavarsi4.

Nelle persone giunte a uno stadio di gravità elevata di BPCO, ogni volta che si verifica una riacutizzazione, cioè un episodio di intenso peggioramento dei sintomi causato in genere da un'infezione, si produce un aggravamento permanente della malattia e delle condizioni di salute generali e, quindi, della qualità di vita. E, a questo proposito, l’analisi retrospettiva presentata alla 5a Conferenza internazionale di Birmingham ha, tra l'altro, dimostrato che proprio la qualità di vita correlata allo stato di salute è il più forte predittore di mortalità di BPCO e che tanto più compromessa è la qualità di vita di chi soffre della malattia e tanto maggiore sarà il rischio di morte prematura. Dunque, un migliore stato di salute e una migliore qualità di vita si associano a un minor rischio di mortalità3,5.

“Studi precedenti hanno dimostrato come il trattamento con l’associazione budesonide/ formoterolo sia molto efficace nella prevenzione delle riacutizzazioni di BPCO e nel determinare miglioramenti clinicamente importanti della qualità di vita correlata allo stato di salute (HRQL)”- ha spiegato il prof. Paul Jones del St George's Hospital Medical School di Londra - I dati sono importanti e indicano come l’associazione budesonide/formoterolo possa produrre un tangibile beneficio sulla sopravvivenza e migliorare la qualità di vita dei pazienti”, i quali riescono, per esempio, a salire le scale e a fare attività quotidiane che prima erano loro precluse.

"Questi dati – sottolinea il prof. Girbino – confermano che il trattamento adeguato e continuativo della BPCO consente effettivamente di ridurre la mortalità, non soltanto direttamente imputabile alla malattia, ma anche ad altre cause". La malattia polmonare cronica ostruttiva - aggiunge il prof. Girbino - è una malattia respiratoria, ma con significativi riflessi sistemici, cioè con implicazioni importanti dal punto di vista funzionale anche a carico di altri organi e apparati, aumentando così la probabilità di morte. Ecco perchè lo studio presentato a Birmingham è importante: esso conferma che curare efficacemente le malattie respiratorie come la BPCO consente di curare bene l'organismo nel suo complesso".

“Secondo stime attuali, i pazienti affetti da BPCO grave vanno incontro a più di due riacutizzazioni ogni anno. E molti studi hanno dimostrato che quanto più sono frequenti gli episodi di riacutizzazione tanto maggiore sono il rischio di mortalità e il peggioramento della qualità di vita correlato allo stato di salute”. ha ricordato il prof. Cesare Saltini – Dipartimento di Medicina Interna – Università di Roma Torvergata- Presidente SIMER.

“Una terapia di associazione di un antinfiammatorio corticosteroideo con un broncodilatatore β2-agonista a lunga durata d'azione è in grado di ridurre significativamente il numero di episodi di riacutizzazione nella BPCO. E ora sappiamo che le riacutizzazioni stesse sono legate a un aumento del rischio di mortalità. Dunque, ridurre questi eventi permette di trattare efficacemente la malattia modificandone positivamente il decorso”- ha sottolineato il prof. Antonio Corrado – UO di Terapia Intensiva Polmonare e Fisiopatologia Toracica – A.O. Ospedaliera Careggi – Firenze – Presidente AIPO.

Infatti, grazie all'azione combinata dei suoi principi attivi, l'associazione budesonide/formoterolo migliora in misura significativa la qualità di vita quotidiana di chi soffre di BPCO grave e diminuisce la frequenza degli episodi di aggravamento5. Alcuni dei risultati relativi alla mortalità presentati a Birmingham e relativi alla associazione budesonide/formoterolo1 si basano sull’analisi dei dati di due lavori, già pubblicati nella rivista European Respiratory Journal, per complessivi 1.834 pazienti affetti da BPCO grave7,8.


 

 

 

 

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