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CATANIA MON AMOUR, La gratitudine non è di questo mondo
di Sebastiano Mangiameli

CATANIA, CORSO DELLE PROVINCE PRIMA DELLA
TRASFORMAZIONE NEL 2006
CATANIA
- Noi
catanesi non facciamo altro che lamentarci delle
amministrazioni comunali, di qualunque segno politico siano.
Non riusciamo a cogliere neppure quel poco di buono e positivo
che ci viene offerto per farci vivere meglio.
Qualcuno, a questo punto, si stupirà e si interrogherà
corrucciando la fronte: cosa sarà mai?
Un notevole contributo alla risoluzione del problema
del traffico veicolare in città.
Avete notato Corso Italia? Finalmente, sulla scia dei
grandi boulevards parigini, i marciapiedi si sono
allargati a dismisura, permettendo una migliore deambulazione
dei pedoni. Infatti, ora possono sfilare anche in quattro di
fianco, come alle parate militari.
Ma c’è di più.
Le auto, che notoriamente non
trovano posteggio né tra le strisce blu né tra quelle
bianche e nemmeno in seconda o terza fila accanto a quelle già
ferme, adesso possono trovare albergo temporaneo – più o meno
– proprio sui marciapiedi.
Sembra l’uovo di colombo. Come non averci pensato prima?
Chiunque abbia necessità di sostare, anche per un’ora, non
deve fare altro che usufruire di uno dei tanti scivoli per i
disabili e collocare la vettura sulla banchina, non importa se
di traverso o allineata al muro, non importa se dinanzi alla
vetrina di una boutique o ad ostruire un passo carraio.
Anzi, così facendo si aiuta il prossimo rendendo più
movimentato il passeggio alle allegre famigliole con
carrozzine di neonati e nonnini al seguito. Il zig zag per
evitare le macchine ferme anzi fa bene alla salute: per
percorrere cento metri in linea retta se ne devono contare
almeno il doppio tra le carrozzerie delle auto. Questo fa
molto bene alla salute, evita i disastri della vita
sedentaria, combatte il colesterolo,etc…
Ma, per rallegrare le nostre vite piatte e prive di
stimoli, essendo annegati nei gorghi della crisi - quella che,
secondo certuni c’è ancora, mentre secondo altri non c’è più
-, ecco il diversivo.
Ciclomotori inforcati da caparbi adolescenti o da inguaribili
maggiorenni sfrecciano irrefrenabili sui marciapiedi, tra i
passanti che vagano tentando di schivare le auto troneggianti.
Per rendere il tutto più emozionante, va detto che i
ciclomotori possono anche arrivare improvvisamente alle
spalle, senza che tu te ne accorga, preannunziati dal
gracidare del clacson e dal rimbrotto del centauro di turno,
il quale con impudenza ti esorta a portare altrove il tuo
corpo, il tuo figlioletto di diciotto mesi, i tuoi pacchi
ingombranti e i canuti vecchietti della tua famiglia.
In occasione delle festività tutto ciò si ingigantisce, si
intensifica, diventa parossistico.
Questo ci ha regalato l’amministrazione di turno quando fu
pensato e questo ci conserva gelosamente l’amministrazione in
carica.
Ma dico: ci pensate alla noia di una città vivibile a 360
gradi, servita dalla metropolitana interrata e con i treni
che arrivano puntuali ogni quattro minuti, come a Barcellona?
Con le auto ottusamente parcheggiate negli stalli appositi e
mai fuori posto? Con le banchine libere e pulite, dove persino
i bambini possono camminare tenuti per mano dai genitori,
senza correre il rischio di venire falciati da un normale
motociclista che, per sfuggire all’incolonnamento sulla
strada, altro non fa se non percorrere sul marciapiedi quei
cinquanta metri che lo separano dal raggiungimento dell’intima
soddisfazione di avere fatto quello che ha voluto?
Speriamo che tutto prosegua così; che altri
marciapiedi, in altre vie, vengano allargati, che altri ignari
concittadini condividano con chi già è stato beneficiato
questo ineffabile dono.
Dobbiamo essere grati.
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