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TEATRO VERGA: DOMENICA 22 GIUGNO
2003, ALLE 20
INTERVISTA "QUEL
VESTITO DI VELLUTO, E QUELLA FASCIA ROSSA!...." |
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E’vero, "l’emozione non ha parole", ma di sicuro ha le note di Gaetano Emanuel Calì, il noto compositore nato a Catania 118 anni or sono e scomparso appena cinquantenne. Il maestro è stato ricordato e festeggiato domenica scorsa dal Gruppo Folk-Culturale dei Figli dell’Etna, con lo straordinario spettacolo "Per non dimenticare!", presentato dal nipote Puccio Corona al Verga. Il teatro era al completo, come a dimostrare il grande affetto per il famoso musicista ed il desiderio del pubblico ad assistere più spesso a simili rappresentazioni. C’erano tutti a ricordare Gaetano Emanuel Calì e la Catania che non c’è più. Gente di tutte le età, giovani e meno giovani, come Pina Consoli, di 95 anni, allieva di canto del maestro, e Lidia Rinaldi, di 89 anni, che con lui studiò pianoforte. Fra gli altri, sono intervenuti tanti ex "Canterini dell’Etna" il gruppo folk fondato da Emanuel Calì negli anni Venti, che rappresentò la Sicilia ai festeggiamenti per le nozze di re Umberto e Maria José. Ma non poteva mancare la sua numerosa discendenza: 56 tra nipoti e pronipoti e, naturalmente, le figlie del maestro Elena, Pina e Rita la intrepida ed appassionata fondatrice dei Figli dell’Etna, nel 1956, ed imperterrita sostenitrice dei valori più puri della Sicilia. La grande Rita Corona, lei stessa spettacolo nello spettacolo che ha diretto con la verve di sempre; lei, che alla rispettabile età di 91 anni è ancora sostenuta vigorosamente dall’amore per la Sicilia e per la figura artistica e paterna di Emanuel Calì, così bene descritto da Puccio Corona.
"Purtroppo non ho conosciuto nonno Gaetano – ha detto commosso il noto
giornalista – è morto a cinquant’anni stroncato da una polmonite a Siracusa,
però è come se l’avessi avuto accanto da sempre. Negli anni ho imparato ad
amarlo, ad ammirarne la grandezza perché sono cresciuto a pane e ricordi.
Sono stato incantato, stregato dalle note struggenti e romantiche di E
vui durmiti ancora, mi ha addormentato la dolce ninna nanna La vo’,
ma soprattutto ho conosciuto l’anima più intima della Sicilia attraverso
la sua opera con le canzoni dedicate ai lavori della terra, del mare, alle
nostre affascinanti leggende come quella di Cola Pesce e quelle dedicate
all’amore. Mia madre Rita ha tenuto sempre vivo in famiglia il culto di
nonno Gaetano, io e i miei fratelli ascoltavamo per ore racconti, aneddoti e
curiosità sulla sua vita. Ha avuto nove figlie, mio nonno, tutte femmine; ed
io ho continuato la tradizione perché ho avuto anche io tre figlie. Quando
gli amici incontrarono mio nonno per strada, subito dopo l’ultimo lieto
evento, gli chiesero ‘maestro, masculo o fimmina?’ e lui rispose
invariabilmente, con il colletto a punta e gli immancabili fogli di carta
che tratteneva sotto il braccio: ‘ o solito’." I ricordi hanno poi lasciato il posto ad una rappresentazione appassionante e coinvolgente, tanto che il pubblico non si è nemmeno accorto delle quasi tre ore filate di spettacolo; e alla fine si è messo a cantare senza potersi trattenere "E vui durmiti ancora" la canzone più amata di Emanuel Calì con i bei versi di Giovanni Formisano.Uno spettacolo indimenticabile, fatto di canti, danze, leggende che sbocciavano nella sala inchiodata dalla musica dell’indimenticabile compositore, riproposta e fatta rivivere dagli artisti catanesi che compongono i Figli dell’Etna, animati dalla loro "colonna" Anna Tabacco, la solista che è ormai un tutt’uno con il Gruppo in cui entrò quattordicenne, e ancora fiera dei 47 gloriosi anni di attività, in cui hanno portato il volto migliore e più vero della Sicilia in tutto il mondo. I Figli dell’Etna, dopo essere scampati allo scioglimento del Gruppo tante volte paventato dalla signora Rita a causa della mancanza di sostegno da parte delle autorità, continuano a fare spettacoli autofinanziandosi e dedicandosi anche alla beneficenza. I prossimi appuntamenti sono per sabato 5 luglio a favore dell’Unitalsi, per cui si esibiranno alle 18 nella chiesa di San Nicolò a Nesima; l’indomani, domenica 6 luglio saranno ad Acireale, per allietare gli ospiti dell’istituto di riabilitazione della Casa di cura Santa Sofia.
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I FIGLI
DELL'ETNA
IL FOLKLORE SICILIANO DEL GRUPPO
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